Anatomia, Mantenimento, Modalità di impiego.


Appartenenti alla sottoclasse Hirudinea, le sanguisughe sono degli anellidi che vivono normalmente nelle paludi. La loro bocca è una sorta di ventosa con la quale si attaccano alla pelle dei vertebrati, incidendola con le loro mascelle dentellate. Riescono così a incamerare notevoli quantità di sangue, gonfiando il loro corpo elastico: una volta sazie si staccano dall’ospite, e possono restare senza mangiare per diversi mesi, addirittura fino a un anno.   Le sanguisughe (hirudo medicinalis) sono state usate in medicina per millenni. Secondo alcuni perfino il serpente della verga di Esculapio rappresenterebbe in realtà una sanguisuga. Eppure nell’ultimo secolo questo rimedio antichissimo è stato confutato e abbandonato dalla medicina ufficiale, parallelamente alla tecnica del salasso.
Per fortuna (delle sanguisughe) la medicina alternativa e, talvolta, anche quella tradizionale ritornano di tanto in tanto al buon vecchio parassita ematofago: la bocca delle sanguisughe secerne un potente anticoagulante, per permettere alla ferita di sanguinare a lungo, e un forte anestetico. Il morso delle sanguisughe non è infatti doloroso. Alcuni lo paragonano alla puntura di una zanzara, altri non se ne accorgono nemmeno. Per l’applicazione si utilizzano sanguisughe “affamate” per mesi, e tenute in acqua dolce fresca; da due a dieci esemplari vengono posizionati sulla parte del corpo che deve essere curata. In questo modo si cerca di sfruttare le qualità antinfiammatorie, anticoagulanti e spasmolitiche delle sostanze rilasciate dalla sanguisuga.                                                                                                             .                                       Procedure di mantenimento delle Sanguisughe Hirudo Medicinalis
 I principali fattori critici per la sopravvivenza delle sanguisughe hirudo medicinalis sono la temperatura,la luce e la presenza di agenti inquinanti nell’acqua: tra questi ultimi, particolarmente pericolosi sono i residui di cloro presenti nella comune acqua potabile distribuita dalle reti degli acquedotti pubblici.
TEMPERATURA ED ESPOSIZIONE
L’intervallo ideale di temperatura per la sopravvivenza delle sanguisughe hirudo medicinalis è tra i 15°C ed i 20°C.
Le sanguisughe hirudo medicinalis possono vivere senza eccessive difficoltà anche a temperatura inferiore, fino a circa 3°C, mentre una temperatura anche di poco superiore ai 20°C può compromettere notevolmente la loro sopravvivenza.
Particolare attenzione deve essere posta quando l’ambiente di utilizzo è un reparto ospedaliero, la cui temperatura è normalmente di poco superiore ai 20°C: si consiglia di mantenere le sanguisughe hirudo medicinalis alla temperatura ideale fino al momento del loro utilizzo.
Evitare sempre l’esposizione diretta delle sanguisughe hirudo medicinalis o del loro contenitore di mantenimento ai raggi solari diretti.
L’ambiente ideale di mantenimento è la luce attenuata o il buio.                                                                    MODALITA DI IMPIEGO DELLE SANGUISUGHE( Hirudo Medicinalis)                                                           Il vantaggio terapeutico principale della sanguisuga hirudo medicinalis non è determinato dalla quantità di sangue prelevato direttamente dalla sanguisuga durante il morso (2-5 ml approx.), ma dal fatto che l’incisione provocata dal morso stesso può continuare a lasciar defluire sangue fino a 6 – 10 ore dopo il distacco della sanguisuga hirudo medicinalis, liberando fino a 100 – 150 ml di sangue complessivamente: il tempo di sanguinamento post morso è direttamente dipendente dalle condizioni di irrorazione sanguigna dell’area interessata al morso ed alla successiva corretta manutenzione dell’incisione al distacco della sanguisuga: la periodica rimozione del coagulo superficiale consentirà l’estensione del periodo di deflusso del sangue.

La proprietà della ferita da morso di sanguisuga hirudo medicinalis di sanguinare tanto a lungo è da ascrivere al complesso di secrezioni farmacologicamente attive presenti nel fluido salivare della sanguisuga, somministrate all’ospite tramite il morso. Non si è ancora riusciti a riprodurne con pari efficacia l’effetto tramite l’iniezione nei tessuti di anticoagulanti tradizionali limitando al contempo gli effetti sistemici.

Ricerche cliniche hanno dimostrato che dopo circa 3 – 5 giorni i nuovi vasi sanguigni sui lembi di tessuto raggiungono uno sviluppo sufficiente per restaurare il drenaggio venoso. E’ dunque importante non interrompere prematuramente il trattamento, ma continuarlo per un periodo che escluda i rischi di fallimento.

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